Quando gli autovelox diventano macchine da soldi per i comuni italiani

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By Djamila Lazri Pubblicato il 3 Giugno 2024 15h00
Quando gli autovelox diventano macchine da soldi per i comuni italiani
Quando gli autovelox diventano macchine da soldi per i comuni italiani

Sei mai rimasto sorpreso nel vedere un autovelox piazzato strategicamente su una strada poco trafficata o in un comune apparentemente tranquillo? Potresti restare ancor più stupito scoprendo che alcuni di questi comuni italiani stanno trasformando gli autovelox in vere e proprie macchine da soldi. Prosegui nella lettura per svelare come questi dispositivi, lungi dall'essere semplici strumenti di controllo della velocità, si rivelano incredibili fonti di entrate per le amministrazioni locali. Le cifre raccolte da alcune di queste piccole realtà ti lasceranno a bocca aperta!

Il business degli autovelox : quali comuni incassano milioni?

Nel pittoresco contesto delle Dolomiti, il piccolo comune di Colle Santa Lucia ha incassato l'incredibile somma di 1.265.822 euro tra il 2021 e il 2023, dimostrando come anche i comuni meno popolati possano sfruttare al massimo il potenziale degli autovelox. Questa cifra stratosferica equivale a ben 3.616 euro per ogni abitante! Scendendo verso il Sud, i comuni del Salento mostrano risultati simili, se non superiori: Galatina, ad esempio, ha guadagnato la stupefacente cifra di 4.770.631 euro solo nell'ultimo anno.

In questa corsa al guadagno, emerge un chiaro divario tra le intenzioni dichiarate e le pratiche effettive. Mentre alcuni comuni giustificano l'installazione degli autovelox con la necessità di aumentare la sicurezza stradale, altri sembrano utilizzarli principalmente come strumenti per incrementare le entrate locali. La recente normativa introdotta dal governo mira a regolamentare e limitare l'uso degli autovelox a punti strettamente necessari, tentando di eliminare quelle installazioni che potrebbero apparire come vere e proprie "tasse occulte".

Autovelox e sicurezza stradale : una copertura per altri fini?

Con il nuovo decreto, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha imposto regole più stringenti per l'installazione degli autovelox, richiedendo che ogni dispositivo sia giustificato da reali necessità di sicurezza. Questa mossa ha sollevato un acceso dibattito: gli autovelox sono davvero utilizzati per aumentare la sicurezza o si sono trasformati in una sottile forma di imposizione fiscale? La percezione pubblica è spesso scettica, soprattutto quando gli autovelox vengono percepiti come trappole per automobilisti distratti piuttosto che come deterrenti per la sicurezza.

Un'ulteriore indagine dell'Ufficio Studi dell'Asaps ha rivelato che, nonostante gli ingenti proventi derivanti dalle multe per eccesso di velocità, solo una minima parte di questi fondi viene effettivamente reinvestita in iniziative di educazione alla sicurezza stradale o in infrastrutture viarie. Questa discrepanza tra le entrate e le spese effettive solleva interrogativi sulla trasparenza e sulla giustizia nella gestione delle risorse accumulate attraverso gli autovelox.

Con i comuni italiani che continuano a incassare milioni dagli autovelox, la polemica sulla loro effettiva utilità e legittimità non mostra segni di placarsi. Le nuove regolamentazioni potrebbero apportare modifiche rilevanti, ma resta da vedere se saranno sufficienti a trasformare questi dispositivi da mere fonti di entrate a strumenti reali di sicurezza stradale. I dati e le cifre saranno attentamente monitorati, mentre cittadini e automobilisti dibattono sulla legittimità di questi "occhi elettronici". Il percorso verso una gestione equa e trasparente degli autovelox sembra ancora lungo e intricato.

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Mi chiamo Mila, sono una redattrice appassionata nel campo della finanza per Primissima.it. La mia avventura nel mondo finanziario è iniziata durante i miei studi universitari in Economia e Gestione delle Imprese. Da allora, mi dedico alla scrittura e all'analisi di tendenze di mercato, strategie di investimento e notizie economiche, con l'obiettivo di rendere i concetti finanziari accessibili a tutti.

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