Ecco perché un italiano su tre rifiuta i farmaci generici e spende di più

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By Djamila Lazri Pubblicato il 23 Maggio 2024 11h17
Ecco perché un italiano su tre rifiuta i farmaci generici e spende di più
Ecco perché un italiano su tre rifiuta i farmaci generici e spende di più

Gli italiani continuano a spendere miliardi in più per farmaci di marca, ignorando i vantaggi dei generici. Scopri perché questa scelta sta pesando sulle tasche di tutti e cosa si potrebbe fare per risparmiare.

Perché un italiano su tre rifiuta i farmaci generici

Nonostante i farmaci generici contengano lo stesso principio attivo e garantiscano la stessa efficacia dei medicinali di marca, molti italiani rimangono scettici. I generici, infatti, hanno la stessa forma farmaceutica, dosaggio e via di somministrazione dei loro equivalenti di marca. L'unica differenza risiede nel nome e nella confezione. Tuttavia, per un italiano su tre, questi elementi sono sufficienti per dubitare dell'affidabilità dei generici, preferendo spendere di più per i farmaci di marca. Questo comportamento si traduce in un significativo esborso aggiuntivo per la popolazione.

Il costo di questa scelta è elevato. Gli italiani pagano oltre un miliardo di euro in più ogni anno, un vero e proprio spreco che potrebbe essere evitato con l'adozione dei farmaci generici. Inoltre, la presenza di generici sul mercato contribuisce a ridurre i prezzi dei farmaci di marca, generando risparmi complessivi stimati in circa sei miliardi di euro. Un evento del Ministero della Salute ha messo in luce questi dati, promuovendo la campagna "Ioequivalgo" per sensibilizzare i cittadini sull'importanza dei farmaci equivalenti.

Disparità regionali nell'uso dei farmaci generici

La preferenza per i farmaci di marca varia significativamente tra le diverse regioni italiane. Un'indagine SWG su un campione di 2500 cittadini ha rivelato che il 47% degli italiani sarebbe disposto ad acquistare farmaci generici, mentre il 19% rimane fermo sui brand. Tuttavia, l'adozione dei generici è più alta al Nord (39,8% delle confezioni vendute) rispetto al Centro (29%) e al Sud (23,7%). Le regioni con il più alto consumo di generici includono Trento (44,7%), Friuli Venezia Giulia (41,9%) e Piemonte (40%), mentre Sicilia (22,7%), Campania (21,9%) e Calabria (21,7%) sono in fondo alla classifica.

Questa disparità si riflette anche nella spesa privata per i farmaci. Nel 2023, gli italiani hanno speso 1.029 milioni di euro in più per acquistare farmaci di marca invece dei generici. La ricerca della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha evidenziato che la spesa totale dei cittadini per i farmaci, compresi ticket regionali e acquisti privati, è aumentata del 7,6% nel 2022, raggiungendo i 9,9 miliardi di euro.

Questi dati indicano una necessità urgente di campagne informative per educare i cittadini sui benefici dei farmaci generici. La campagna "Ioequivalgo" ha già toccato 22 città italiane, sottoscrivendo protocolli d'intesa con varie regioni, ma serve uno sforzo maggiore per superare le resistenze culturali e pratiche.

Iniziative governative e ruolo dei farmacisti

Il governo italiano sta prendendo provvedimenti per promuovere l'uso dei farmaci generici. Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, ha annunciato l'intenzione di avviare una campagna di comunicazione mirata a ribadire l'efficacia dei generici e i loro benefici economici. Questa campagna mira a convincere i cittadini che non ci sono motivi validi per non utilizzare i generici, che offrono lo stesso valore terapeutico dei farmaci di marca a un costo inferiore.

I farmacisti giocano un ruolo cruciale in questo processo. Per legge, essi devono proporre i farmaci generici ai pazienti quando possibile. Marco Cossolo, presidente di Federfarma, ha sottolineato l'importanza di una corretta comunicazione ai cittadini riguardo l'efficacia dei farmaci equivalenti. Una nuova circolare sarà inviata ai farmacisti per ricordare loro l'obbligo di proporre i generici e per migliorare l'informazione fornita ai pazienti.

Una maggiore adozione dei farmaci generici potrebbe comportare risparmi significativi per i cittadini e per lo Stato. È fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza e fiducia nei confronti di questi medicinali per superare le barriere culturali e migliorare l'efficienza del sistema sanitario italiano.

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Mi chiamo Mila, sono una redattrice appassionata nel campo della finanza per Primissima.it. La mia avventura nel mondo finanziario è iniziata durante i miei studi universitari in Economia e Gestione delle Imprese. Da allora, mi dedico alla scrittura e all'analisi di tendenze di mercato, strategie di investimento e notizie economiche, con l'obiettivo di rendere i concetti finanziari accessibili a tutti.

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