Veneto : legge sull’abitazione bocciata, il diritto alla casa negato ?

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By Djamila Lazri Pubblicato il 29 Aprile 2024 17h00
Veneto : legge sull'abitazione bocciata, il diritto alla casa negato ?

In una mossa che ha scosso le fondamenta del diritto all'abitazione, la Corte Costituzionale ha recentemente dichiarato illegittima una normativa regionale del Veneto. Questa decisione solleva questioni cruciali sull'accessibilità dell'abitazione e sui diritti dei cittadini, specialmente per i più vulnerabili. Scopriamo insieme come questa sentenza potrebbe cambiare il panorama dell'edilizia residenziale pubblica in Italia.

Il cuore della controversia : una legge veneta sotto accusa

Il 7 marzo 2024, la Corte Costituzionale ha emesso la sentenza n. 67, che ha sollevato un polverone su una norma della legge regionale del Veneto datata 3 novembre 2017, specificamente l'articolo 25, comma 2, lettera a). Questa norma imponeva un requisito di residenza di almeno cinque anni per l'accesso alle abitazioni ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), una condizione che ha sollevato dubbi sulla sua costituzionalità.

Il dibattito è stato innescato da un ricorso presentato dal Tribunale di Padova, su segnalazione di associazioni come Asgi, Aps e Razzismo Stop Onlus, che hanno messo in dubbio la legittimità di tale requisito. Essi argomentano che tale condizione potrebbe violare i principi di eguaglianza garantiti dalla Costituzione, creando una discriminazione ingiustificata nei confronti di chi non ha avuto la possibilità di stabilirsi a lungo nella regione.

La risposta della Corte : un diritto inviolabile messo in luce

Con una decisione chiara e articolata, la Corte ha sottolineato l'importanza del diritto all'abitazione come un diritto sociale fondamentale e inviolabile, che riflette la dignità umana. Questo diritto, ha affermato la Corte, deve essere garantito senza discriminazioni irragionevoli, come quella impostata dalla legge veneta.

Nel respingere la norma, la Corte ha evidenziato come il requisito della residenza quinquennale non abbia alcuna correlazione ragionevole con le reali necessità abitative. La decisione impone quindi alla Regione Veneto di rivedere la sua legislazione, per garantire che l'accesso all'abitazione pubblica sia equo e non ostacolato da criteri non pertinenti alla reale situazione di bisogno.

La sentenza ha anche un significato più ampio, inserendosi in un contesto in cui altre regioni italiane, come Lombardia e Abruzzo, hanno visto leggi simili essere oggetto di contestazione. Si tratta di un chiaro segnale che potrebbe portare a una revisione complessiva delle politiche abitative a livello nazionale, in modo da assicurare che il diritto all'abitazione sia effettivamente garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro lunga residenza in una determinata area.

Questo importante verdetto non solo ripristina la fiducia nelle istituzioni giuridiche italiane nel proteggere i diritti fondamentali dei cittadini, ma serve anche come promemoria che la legge deve essere sempre al servizio delle esigenze umane, garantendo supporto e protezione alle fasce più deboli della società. La sentenza è un richiamo a tutte le regioni a riconsiderare le politiche che possono limitare ingiustamente l'accesso ai diritti umani fondamentali.

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Mi chiamo Mila, sono una redattrice appassionata nel campo della finanza per Primissima.it. La mia avventura nel mondo finanziario è iniziata durante i miei studi universitari in Economia e Gestione delle Imprese. Da allora, mi dedico alla scrittura e all'analisi di tendenze di mercato, strategie di investimento e notizie economiche, con l'obiettivo di rendere i concetti finanziari accessibili a tutti.

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