Tasso di occupazione italiano : perché siamo gli ultimi nell’eurozona ?

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By Djamila Lazri Pubblicato il 29 Aprile 2024 8h30
Tasso di occupazione italiano : perché siamo gli ultimi nell'eurozona?

L'Italia, nonostante sia una potenza economica con un mercato del lavoro in espansione, presenta un tasso di occupazione preoccupantemente basso rispetto al resto dell'Eurozona. Con oltre 23,6 milioni di occupati, evidenziando un significativo incremento rispetto al periodo pre-Covid, il tasso di occupazione del Bel Paese continua a sollevare interrogativi. Ecco cosa devi sapere sui recenti sviluppi del mercato del lavoro italiano e su come si posiziona rispetto ai suoi vicini europei.

Salari e contratti a tempo indeterminato : una doppia sfida per l'italia

Nonostante un aumento dell'84% di contratti a tempo indeterminato nel 2023, che rappresenta una fetta significativa del mercato del lavoro dipendente, l'Italia si confronta con una realtà salariale inferiore rispetto alla media europea. Questo scenario risulta ancor più grave considerando che il numero di lavoratori altamente specializzati è cresciuto considerevolmente, ma senza un adeguato riconoscimento economico. La crescita salariale non tiene il passo con l'acquisizione di competenze, lasciando molti lavoratori in una situazione di disagio economico nonostante la qualificazione.

Il settore dei contratti a tempo indeterminato, nonostante rappresenti una quota predominante, non è sufficiente a compensare la bassa retribuzione che affligge i lavoratori. In questo contesto, la percentuale di contratti stabili nel 2023 risulta essere un dato positivo, ma non pienamente rassicurante per il futuro economico del Paese.

L'italia alla coda dell'eurozona : un problema occupazionale e di produttività

Con il 61,5% di tasso di occupazione, l'Italia si posiziona come l'ultimo tra i 20 Paesi dell'Eurozona. Questo dato sottolinea una grave criticità nel sistema economico italiano, aggravato da un tasso di Neet (giovani che non studiano e non lavorano) elevatissimo e da un tasso occupazionale femminile tra i più bassi d'Europa. Questi elementi contribuiscono a un panorama generale di stagnazione che impedisce al Paese di raggiungere livelli di benessere comparabili a quelli dei suoi vicini europei.

Il problema si estende anche alla produttività del lavoro, che rimane molto bassa. Nonostante il leggero aumento dei lavoratori autonomi nell'ultimo anno, la tendenza generale dal 2019 mostra un declino, indicando una difficoltà strutturale nel creare un ambiente lavorativo dinamico e stimolante. Questi fattori non solo limitano la crescita economica, ma influenzano anche negativamente la qualità della vita dei cittadini italiani.

Confrontare questi dati con la media dell'Eurozona, dove il tasso di occupazione raggiunge il 70,1%, rende evidente quanto sia urgente per l'Italia adottare politiche efficaci per migliorare sia le condizioni di lavoro sia i livelli salariali. Solo così sarà possibile aspirare a una ripresa economica solida e duratura, capace di garantire a tutti i cittadini un futuro migliore.

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Mi chiamo Mila, sono una redattrice appassionata nel campo della finanza per Primissima.it. La mia avventura nel mondo finanziario è iniziata durante i miei studi universitari in Economia e Gestione delle Imprese. Da allora, mi dedico alla scrittura e all'analisi di tendenze di mercato, strategie di investimento e notizie economiche, con l'obiettivo di rendere i concetti finanziari accessibili a tutti.

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